ANCIA LIBERA
L’ancia è una sottile linguetta mobile la cui vibrazione fa suonare gli strumenti detti appunto ad ancia. L’ancia battente semplice (famiglia dei clarinetti) è costituita da una linguetta sottile, ancorata ad una finestra, aperta su un tubo, che contiene la colonna d’aria da mettere in vibrazione. La vibrazione è indotta dalla pressione e depressione provocata dal ripetuto battere della linguetta sulla finestra con occlusione o meno del passaggio dell’aria.
L’ancia costituisce l’elemento vibrante responsabile del suono negli strumenti che ne fanno uso (detti strumenti ad ancia). Variamente accoppiata ad un sistema di cavità risonanti e messa in vibrazione da un getto d’aria (quasi sempre direttamente soffiato dal musicista sull’ancia stessa) l’ancia pone in vibrazione tutto il sistema e vi instaura un sistema di onde stazionarie all’origine dell’emissione sonora.
ORGANETTO
La fisarmonica diatonica – altresì conosciuta col nome popolare di organetto , in Francia conosciuta come accordéon diatonique – è uno strumento a mantice e si può definire il padre della fisarmonica, fornito di bottoni suona contemporaneamente la melodia e l’accompagnamento.
La fisarmonica diatonica è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli aerofoni (strumenti il cui suono è generato da un flusso d’aria) di tipo meccanico (l’aria è prodotta da un mantice o soffietto) e provvisto di ance libere.
L’ancia libera è una sottile linguetta di acciaio, fissata ad una estremità su una piastrina di ottone o alluminio forata in modo tale da consentire all’ancia di vibrare liberamente sotto il soffio dell’aria, producendo così il suono. Ogni ancia è intonata su una nota musicale; la lunghezza e la larghezza della linguetta sono proporzionate all’altezza della nota: più acuta è la nota, più piccola è l’ancia e viceversa. Le ance sono montate su intelaiature di legno (somiere) fissate all’interno di due cassettine, anch’esse di legno, dotate entrambe di tastiera.
L’organetto è caratterizzato da una tastiera melodica a bottoni, azionata dalla mano destra, nella quale le note sono ordinate per scale diatoniche (5 toni e 2 semitoni). Gli organetti, nella parte destra, possono essere caratterizzati da 1 o 2 file di tasti, considerate verticalmente. Qualora le file dei tasti siano 3, 4 o addirittura 5, la definizione più tecnica e corretta è di fisarmonica diatonica oppure armonica diatonica.
ARMONICA A BOCCA
L’armonica a bocca è uno strumento a fiato, inventato secondo alcuni nel 1821, dal tedesco Christian Friedrich Ludwig Buschmann e usato in modo particolare per generi come la musica blues, la musica folk e la musica rock. Lo strumento è costituito fondamentalmente da tre elementi: un corpo centrale (comb), due placchette porta ance ed i gusci esterni (covers). Il suono viene prodotto dalla vibrazione generata dal passaggio dell’aria sulle ance, sottili lamine d’ottone fissate ad un’estremità alle placchette superiore ed inferiore anch’esse in ottone. Le placchette poggiano su un corpo centrale costruito solitamente in legno o plastica, più raramente in metallo. Il tutto è racchiuso in un guscio metallico che funge anche da cassa di risonanza. Caratteristica dello strumento è il fatto che le note vengono prodotte sia soffiando che aspirando dallo stesso foro (producendo così due note diverse), peculiarità unica fra gli strumenti a fiato.
Diffusa particolarmente in America, immancabile specie nelle performance di musica country, l’armonica è spesso associata al mito del West americano, nonostante la sua diffusione risalga alla seconda metà del XIX secolo. Tale associazione è dovuta anche alle tante colonne sonore di film western nelle quali è impiegata l’armonica. Ennio Morricone scelse l’armonica per alcune celebri colonne sonore create per film diretti da Sergio Leone; fra questi, in C’era una volta il west il protagonista è soprannominato “Armonica” proprio perché suonatore di tale strumento.
Le due principali categorie di armonica sono:
– armonica diatonica che per ogni ottava consente di suonare solo le note della tonalità per cui è accordata. Il modello più diffuso, a 10 fori, è progettato per poter realizzare un accordo di tonica ogniqualvolta si soffi in più fori contemporaneamente: le 10 note “soffiate” sono in sequenza do-mi-sol-do-mi-sol-do-mi-sol-do (es. in tonalità di do maggiore). Le note aspirate, invece, sono disposte in modo da poter realizzare un accordo di “settima di dominante” (V grado della tonalità) se si aspira dai primi cinque fori. Sequenza aspirata: re-sol-si-re-fa-la-si-re-fa-la. Questa disposizione di note favorisce l’esecuzione dei due accordi citati, ma rende più complessa l’esecuzione di melodie.
C’è anche una particolare tipologia di armoniche diatoniche caratterizzate da due serie di fori note con il nome di armoniche tremolo o anche con il nome di armoniche a doppia tastiera che consentono l’inserimento di un accompagnamento di bassi nel brano che si sta suonando (quasi sempre viene usata nel campo della musica popolare).
– armonica cromatica che per ogni ottava consente di suonare tutte le dodici note. Questa tipologia, normalmente a 12 fori, è facilmente riconoscibile grazie al registro, un meccanismo comandato da un tasto, che permette di utilizzare sia un registro base che uno in tonalità aumentata di un semitono, permettendo – di fatto – di poter coprire ogni tipo di scala cromatica o diatonica. La sequenza delle note soffiate è do-mi-sol-do-do-mi-sol-do-do-mi-sol-do (ancora un accordo di tonica). Le note aspirate sono: re-fa-la-si-re-fa-la-si-re-fa-la-si. La disposizione delle note è più semplice che nel modello diatonico, ma l’uso del registro per i diesis (cioè l’aumento di un semitono) è più facile per le tonalità che prevedono note con il diesis (tonalità di sol, re, la, mi, si, fa#, do#), mentre è più difficile per le tonalità coi bemolle (fa, sib, mib, lab, reb, solb) dal momento che ogni nota col bemolle deve essere eseguita sostituendola con la nota che la precede, ma col diesis. Quindi se ad esempio dobbiamo suonare in sequenza la-sib, in realtà dovremo suonare la-la#.
Lo strumento è comunemente utilizzato nella musica popolare, nel blues e nel jazz. Viene tuttavia impiegato, talvolta, anche nella musica classica, nella musica leggera e nel rock. Va specificato che, generalmente, diversi tipi di armonica vengono impiegati in diversi stili musicali: ad esempio, la diatonica si abbina frequentemente al blues o al rock, mentre la cromatica, più di frequente, al jazz e alla musica classica.
BANDONEON
Il bandoneón, chiamato bandonion dal suo inventore, il musicista tedesco Heinrich Band (1821-1860), è uno strumento musicale della famiglia degli strumenti ad ancia, con mantice, come la concertina e la fisarmonica; può essere diatonico o cromatico. Il bandoneón è lo strumento fondamentale delle orchestre di tango argentine.
Nacque originariamente come strumento per la musica sacra, per accompagnare i canti durante le processioni, in contrasto con il suo parente più prossimo, la Concertina (Konzertina), strumento considerato più popolare. Gli emigranti tedeschi portarono questo strumento con loro, all’inizio del XX secolo, in Argentina, e qui rapidamente incontrò grande successo, e fu presto inserito nel contesto della musica locale.
Come la concertina, il bandoneón si suona tenendolo compostamente fra le mani, comprimendone ed espandendone il mantice e premendone con le dita i tasti. il bandoneón porta su entrambi i lati dei bottoni: ne ha 38 per il registro acuto e 33 per il grave. Ogni tasto emette un suono, e per comporre un accordo è necessario premere più tasti contemporaneamente.
Molti dei bottoni del bandoneón diatonico (o meglio bisonoro) generano note diverse quando premuti aprendo il mantice rispetto a quando sono premuti durante la chiusura. Ciò significa che ogni gruppo di tasti ha in effetti due schemi di esecuzione: uno per le note in apertura ed uno per le note in chiusura. Giacché i tasti di pertinenza di una mano sono differenti da quelli dell’altra mano, si devono dunque imparare quattro differenti posizioni dei tasti per riuscire a suonare lo strumento. Inoltre, nessuno di tali schemi presenta una sequenza scalare di note, alcuni dei tasti adiacenti sono disposti a formare triadi: per esempio, i bottoni sotto tre dita vicine possono produrre i suoni LAb, DO e MIb quando lo strumento è compresso, e SOL, SIb e REb quando è aperto. Questo rende più facile eseguire una semplice melodia con I-V armonia, ma abbastanza difficoltoso suonare dei passaggi scalari elaborati.
Il bandoneón cromatico ha una struttura interna ed esterna sostanzialmente identica al bandoneón diatonico, ma la corrispondenza tra bottoni e suoni è diversa: premendo un bottone si ha la stessa nota sia aprendo il mantice che chiudendolo. La disposizione dei bottoni segue una logica cromatica, per cui la progressione avviene per gruppi di tre bottoni tipo DO-DO#-RE poi RE#-MI-FA, eccetera.
CONCERTINA
Fu inventata nel 1829 dall’inglese Charles Wheatstone, ingegnere e fisico già inventore in ambito musicale del symphonium, di cui la prima concertina rappresenta una delle numerose varianti.
La forma più tipica dello strumento è quella esagonale, ma esistono importanti modelli sia con otto che con dodici lati; quello a quattro lati è invece più raro. Le ance, all’interno dello strumento, sono distribuite in maniera radiale, costeggiando quindi i bordi della cassa armonica. Ogni tasto seleziona una sola ancia per ciascuna direzione del soffietto.
Tre sono i tipi di concertina esistenti: Inglese (English), Anglo-tedesca (Anglo-german o Anglo) e Duet. Per ognuno, accanto al tipico modello soprano, si possono trovare altre versioni come tenore, baritono, basso, miniatura o anche modelli misti con numero di tasti diverso dallo standard.
Inizialmente la concertina fu impiegata nell’ambito della musica colta, per la quale era stata concepita, spesso trascrivendo repertori di altri strumenti musicali; in seguito trovò terreno molto fertile nel folclore delle isole britanniche, e si diffuse anche, principalmente, in America, Sudafrica e Australia. In epoca romantica Giulio Regondi, già eccellente chitarrista, si dedicò alla concertina e compose per essa numerose opere. Il compositore americano contemporaneo James Cohn è autore di un “Concerto per concertina e orchestra” (1966).
Moderni virtuosi dello strumento, nell’ambito del Folk sono, fra i tanti: Simon Thoumire, Sarah Graves, Damien Barber (concertina Inglese), Noel Hill, John Kirkpatrick, John Williams, Mícheál Ó Raghallaigh, Niamh Ni Charra (concertina Anglo), Tim Laycock (concertina Crane Duet). John Nixon utilizza la concertina Inglese in ambito Jazz, sperimentando anche con la concertina MIDI, strumento dall’aspetto tradizionale ma privo di ance, da usare in coppia con un modulo timbrico elettronico.